Sul mercato andranno 500 mila confezioni, in vendita in Lombardia a 1,59 euro al litro da Esselunga, la catena di supermercati con cui il Policlinico ha firmato un accordo. Ogni 15 giorni sarà sottoposto a esami di laboratorio per testarne le proprietà nutrizionali
Le 70 mucche sono al pascolo nei terreni che furono prima di Bernabò Visconti, poi dell’ospedale del Brolo, la più importante casa di cura milanese del Medioevo, infine del Policlinico Ca’ Granda. La bolla papale risale al 5 dicembre 1458. Il pontefice Pio II regala all’ospedale il podere dove sorge l’antica Cascina Coltivi di Zelo Buon Persico, a 25 chilometri da Milano (in provincia di Lodi). Nel luocho che serve per casera con la stalla delle vache — come si legge nei documenti del tempo — si inizia a produrre latte fin dal 1600. La tradizione viene trasmessa di secolo in secolo. Adesso, da fine settembre, il latte prodotto dalle 70 mucche entrerà in commercio, per la prima volta in Italia, con il nome di un ospedale. Anzi dell’ospedale proprietario dei terreni da oltre 600 anni, deciso a ritornare alle origini, con una produzione in proprio. La sua etichetta sarà: Ca’ Granda. Sul mercato andranno 500 mila confezioni, in vendita in Lombardia a 1,59 euro al litro da Esselunga, la catena di supermercati con cui il Policlinico ha firmato un accordo in esclusiva.
La Cascina Coltivi è in affitto dal Dopoguerra alla famiglia Brambilla, oggi alla terza generazione. L’azienda è guidata dai fratelli Diego, 62 anni, e Michele, 54 — insieme al nipote Ovidio, 49. Ma si stanno già facendo largo i giovanissimi: Paolo, figlio 31 enne di Michele, e Sergio detto Chicco, figlio 26enne di Diego. Il lavoro è equamente distribuito. Paolo è in stalla dalla mattina alla sera per controllare gli animali: «Il mio desiderio è sempre stato prendermi cura di loro, già da quand’ero un bambino e vedevo mio padre lavorare in Cascina».
La passione di Chicco, invece, sono i campi: «È bello vedere volare farfalle e uccelli. Oggi è molto raro: solo i campi biologici, come il nostro, tutelano la biodiversità presente in natura. I terreni sono alimentati solo con il liquame delle bovine della Cascina, senza alcun fertilizzante chimico. Non vengono mai utilizzati neppure diserbanti né pesticidi». Considerata fondamentale l’alimentazione delle mucche, in un misto di scienza e arte, che entrambi seguono insieme con il cugino Diego: «Non ci interessa una nutrizione mirata ad aumentare la produzione. L’obiettivo è che gli animali stiano bene: solo così il latte sarà buono».
Il suo arrivo sugli scaffali del supermercato sarà a 39 ore dalla mungitura. Ogni 15 giorni verrà sottoposto a esami di laboratorio per testarne le proprietà nutrizionali attraverso 15 parametri come l’indice proteico, la quota di acidi grassi polinsaturi e il valore energetico. I consumatori potranno controllare le caratteristiche attraverso il QR Code presente sulla confezione. I proventi — 5,5 centesimi a litro, per un totale di 27 mila euro — andranno alla ricerca del Policlinico. Spiega Achille Lanzarini, alla guida della Fondazione Sviluppo Ca’ Granda, creata due anni fa dal Policlinico per la gestione degli 85 milioni di metri quadrati di terreni del Policlinico, con un diritto di usufrutto temporaneo di 30 anni: «Questo latte ben rappresenta lo scopo della Fondazione Sviluppo Ca’ Granda, ossia riscoprire i tesori nascosti del patrimonio rurale che stiamo gestendo, facendone tornare viva l’utilità pubblica, da un punto di vista economico, ambientale, agroalimentare e anche culturale. L’idea è venuta al presidente dell’ospedale, Marco Giacchetti. La speranza è che il Ca’ Granda contribuisca a fare crescere i fondi raccolti per la ricerca, in due anni arrivati a quota un milione e 400 mila euro». I nutrizionisti dell’ospedale, Silvia Fargion e Carlo Agostoni, monitoreranno costantemente i risultati delle analisi: «Sarà un latte biologico — assicurano —. Con animali curati senza anabolizzanti né antibiotici (sono ammessi solo 2 cicli di antibiotici all’anno e solo a fronte di una malattia diagnosticata».
Da Corriere.it